Biodiversità minacciata: vincitori e perdenti nel 2014

07. gennaio 2015

Negli ultimi 40 anni il numero delle popolazioni di animali vertebrati si è dimezzato. Per il 2014, tra i perdenti figurano i lemuri del Madagascar e gli ululoni dal ventre giallo svizzeri. Ma ci sono anche dei vincitori...

Anche quest’anno l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura IUCN si è vista costretta ad allungare la lista delle specie animali e vegetali minacciate. Ad oggi, circa un terzo delle specie (22 413) che popolano il nostro pianeta è in pericolo. Tra i responsabili di questo stato di cose, il cambiamento climatico, le attività agricole e il bracconaggio. Rispetto al 2013 si sono aggiunte alla lista 1125 nuove specie. L’anno che sta per concludersi è stato particolarmente difficile per i lemuri, i trichechi, gli elefanti, i tonni rossi del Pacifico e molti anfibi. Vi sono però anche notizie positive: sono state istituite nuove aree protette per tutelare tigri, balenottere azzurre e gorilla di montagna. Anche la situazione del castoro è migliorata, e il bisonte europeo, ormai estinto alle nostre latitudini, è stato reinsediato con successo in Germania.
 

Perdenti 2014

Lemuri: secondo l’IUCN, il 94 per cento delle varietà di lemuri è minacciato. Ciò vale anche per la specie più grande fra quelle conosciute, l’Indri (“in pericolo d’estinzione”) e per il più piccolo tra i primati al mondo, il microcebo di Madame Berthe (“in pericolo”). I lemuri esistono solo in Madagascar, e sono posti sotto forte pressione a causa della distruzione dell’habitat tropicale in cui vivono e del bracconaggio. Ormai il 90 per cento della foresta che ricopriva il Madagascar non esiste più.  
 
Elefante africano: solo lo scorso anno 20 000 elefanti sono stati abbattuti da criminali senza scrupoli in cerca di avorio. E anche nel 2014 il bracconaggio ha continuato a imperversare. Per la quarta volta consecutiva dal 2010, il numero degli esemplari uccisi dai cacciatori di frodo ha superato il tasso di riproduzione naturale degli animali, facendo sì che alcune popolazioni risultino in pericolo d’estinzione.

Tricheco: a fine settembre, in Alaska, si è verificato un evento decisamente insolito: 35 000 trichechi ammassati su una spiaggia! Normalmente questi animali si riposano sui lastroni di ghiaccio, ma a causa del cambiamento climatico nel 2014 la banchisa artica si è ritirata più del normale, restringendo ulteriormente lo spazio vitale di questa e di altre specie.

Tonno rosso del Pacifico: il consumo di sushi, in crescita in tutto il mondo, costituisce una minaccia per questa specie ittica, che nel 2014 è di nuovo tornato allo status di specie in pericolo sulla lista rossa. Questo pesce predatore, che può raggiungere un peso di 60 kg, contribuisce in misura rilevante al mantenimento dell’equilibrio ecologico tra le specie ittiche. Il fatto che sia vittima di una pesca eccessiva, quindi, si ripercuote negativamente sull’intero ecosistema.

Ululone dal ventre giallo: le piccole superfici inondabili e le pozze d’acqua contrastano con il nostro concetto di ambiente “ordinato”, quindi sempre più spesso si cerca di bonificarle o eliminarle. Ma con esse viene meno l’habitat dell’ululone dal ventre giallo. Le popolazioni di questo piccolo anfibio si impoveriscono anno dopo anno, tanto che in Svizzera la specie è ormai classificata come “fortemente minacciata”. 
 

Vincitori 2014

Bisonte europeo: il più grande mammifero terrestre d’Europa si è estinto dopo la prima guerra mondiale, ma gradualmente si è cercato di reintrodurre in natura questa specie. Un piccolo branco ha trovato un ambiente ospitale in Germania, sul Rothaargebirge, e quest’anno al suo interno sono nati tre cuccioli. In totale, ad oggi, sono oltre 3400 gli esemplari di bisonte europeo che vivono allo stato libero. Le prospettive di sopravvivenza a lungo termine della specie in natura si fanno dunque sempre più concrete.

Balenottera azzurra: la più numerosa popolazione di balenottere azzurre dell’emisfero australe beneficerà di una maggiore tutela: il Cile ha istituito un’area protetta di 70 000 ettari. Ogni anno, diverse centinaia di esemplari di questa specie si radunano nel golfo del Corcovado per allevare i propri cuccioli. Il WWF ha lottato per la creazione di questa zona protetta dal 2005: essa è fondamentale, perché nell’emisfero meridionale del pianeta sono rimaste solo 1400 balenottere azzurre.

Gorilla di montagna: il gruppo petrolifero Soco International ha deciso di porre fine alle attività estrattive nel Parco nazionale del Virunga, anche in seguito alle pressioni del WWF e di 750 000 persone che hanno sottoscritto una petizione in tal senso. Quindi, per il momento, questo patrimonio naturale dell’umanità UNESCO è fuori pericolo. La regione ospita quasi 200 gorilla di montagna, e considerando che in tutto il mondo ne esistono solo 880 esemplari è evidente quanto essa sia importante per la sopravvivenza di questa rara specie.

Tigre: cento anni fa, in tutto il mondo, vivevano 100 000 tigri. Oggi ne sono rimaste circa 3200. Il WWF si è prefisso un obiettivo preciso: il numero di esemplari deve raddoppiare entro il 2022, anno cinese della tigre. Buone notizie giungono dal Nepal: grazie alle misure di tutela introdotte, quali la lotta a bracconaggio e contrabbando, la popolazione di tigri è cresciuta del 63 per cento in quattro anni, tornando a circa 200 esemplari.

Castoro: negli ultimi anni gli effettivi di questa specie, estinta in Svizzera già nell’Ottocento, sono aumentati considerevolmente. I frutti degli interventi di reinserimento avviati dal WWF nel 1968 sono ormai evidenti: le ultime stime parlano di oltre 2000 castori che popolano i corsi d’acqua svizzeri. Questi intraprendenti roditori sono artefici di veri e propri microprogetti di rinaturazione, in quanto le dighe che realizzano lungo fiumi e ruscelli creano un ambiente ideale alla sopravvivenza di numerose altre specie.
 

Contatto:
Pierrette Rey, responsabile comunicazione WWF Svizzera, 079 662 47 45, pierrette.rey@wwf.ch 

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