Cambiamenti climatici: la Svizzera deve impegnarsi 6 volte di più

26. febbraio 2015

Dobbiamo darci da fare nel nostro paese se si intende contribuire al raggiungimento dell’obiettivo globale dei 2 gradi

È questa la conclusione tratta dallo Stockholm Environment Institute, che nella sua valutazione considera le responsabilità storiche  e le possibilità economiche dei diversi paesi (la Svizzera deve impegnarsi sei volte tanto). Con una petizione, il WWF esige anche il completo abbandono delle energie fossili entro il 2050.

Per scongiurare il pericolo dell’innalzamento di due gradi del clima, entro il 2030 la Svizzera dovrà abbattere di almeno 200 milioni di tonnellate le emissioni annue di gas serra. Questa cifra è addirittura sei volte più elevata del valore di cui si è discusso finora. Il calcolo è stato effettuato dal rinomato Stockholm Environment Institute che ha considerato due fattori: le responsabilità storiche per le emissioni di gas serra (dal 1990 in poi) e la situazione economica. Perché chi è più ricco può anche dare un maggiore apporto alla soluzione del problema. A livello nazionale, una riduzione di 30 milioni di tonnellate, ovvero pari al 60% (rispetto al 1990), appare necessaria. La Svizzera dovrà contribuire realizzando progetti all’estero per compensare l’eccesso di emissioni di CO2.

Entro fine marzo il Consiglio federale deve comunicare alle Nazioni Unite quale sarà il contributo concreto della Svizzera alla protezione del clima entro il 2030. Ma le previsioni fanno temere che il governo contribuirà a livello nazionale solo per metà della quota richiesta, e all’estero in misura minima. Il WWF non ha dubbi: la Svizzera non può esimersi dalle sue responsabilità. "L'attuale riscaldamento climatico è da imputare principalmente ai paesi più ricchi, come la Svizzera. Eppure, colpisce maggiormente le nazioni più povere", sostiene Patrick Hofstetter, responsabile Clima ed Energia presso il WWF Svizzera. In una petizione, il WWF insieme alle altre 50 organizzazioni dell'Alleanza per il Clima chiedono che la Svizzera si assuma le sue responsabilità. "Finora il Consiglio federale si è accontentato di chiedere di più agli altri", afferma Hofstetter. "Adesso deve dichiarare una volta per tutte quale giusto contributo vuole dare il nostro Paese."

I tre punti fondamentali della petizione per una politica climatica equa sono: 60% di gas serra in meno a livello nazionale entro il 2030, abbandono completo delle energie fossili entro il 2050 e sostegno finanziario alla riduzione delle emissioni, allo sviluppo sostenibile per il clima e alle misure di adeguamento nei paesi in via di sviluppo. In molti di questi paesi i cambiamenti climatici sono una questione di sopravvivenza. La petizione è anche un contributo della Svizzera alla Earth Hour, la più grande iniziativa ambientale del mondo. Il 28 marzo, migliaia di città in tutti in continenti spegneranno le luci dei loro monumenti simbolo, per lanciare un messaggio: il mondo intero esige e necessita di maggiore protezione per il clima.

Calcolo dello Stockholm Environment Institute: lo Stockholm Environment Institute ha calcolato diversi scenari. Partendo dal presupposto che sia altamente probabile raggiungere l'obiettivo dei 2 gradi, l’Istituto attribuisce uguale peso alla capacità economica e alle responsabilità storiche dei diversi paesi e prende in considerazione le emissioni prodotte dal 1990 (inizio dei negoziati sul clima). Il calcolo con tutti gli scenari è disponibile all'indirizzo www.gdrights.org/calculator.

Contatto:
Patrick Hofstetter, responsabile Clima&Energia WWF Svizzera, 076 305 67 37, patrick.hofstetter@wwf.ch
Susanna Petrone, Responsabile della comunicazione WWF Svizzera, 076 552 18 70, susanna.petrone@wwf.ch 

.hausformat | Webdesign, TYPO3, 3D Animation, Video, Game, Print