L'80% della deforestazione si concentra in 11 aree

29. aprile 2015

Se il trend attuale di deforestazione non si ferma tra il 2010 e il 2030 perderemo in questi "fronti di deforestazione fino a 170 milioni di ettari di foreste ", secondo i risultati del più recente capitolo del report sulle Foreste del WWF internazionale

Undici luoghi in tutto il mondo - di cui 10 nei tropici – che entro il 2030 rappresenteranno oltre l'80 per cento della perdita di foreste a livello globale, secondo una ricerca pubblicata oggi dal WWF.
  
I polmoni verdi a rischio sono
- Amazzonia,
- foresta atlantica e Gran Chaco,
- Borneo,
- Cerrado,
- Choco-Darien, 
- Africa Orientale,
- Australia orientale,
- Greater Mekong,
- Nuova Guinea
- Sumatra
- Bacino del Congo

Questi luoghi contengono la più ricca concentrazione di fauna selvatica al mondo, comprese le specie in via di estinzione, come oranghi e tigri, e sono tutti aree fondamentali per molte  comunità indigene.
  
Il report  del WWF dimostra che oltre 230 milioni di ettari di foresta scompariranno entro il 2050 se non si interviene e che la perdita delle foreste deve essere ridotto quasi a zero entro il 2020 per evitare cambiamenti climatici pericolosi e perdite economiche.

Soluzioni: Paesaggio vitali a fermare la deforestazione

Il report WWF esamina dove la maggior parte della deforestazione è più probabile nel breve termine insieme alle principali cause e soluzioni per invertire le tendenze previste.
A livello globale, la principale causa di deforestazione è l'agricoltura in espansione - tra cui l’allevamento commerciale, la produzione di olio di palma e di soia, ma anche l'invasione di attività agricole che tagliano e bruciano le foreste (“Slash and Burn”) . Il taglio insostenibile e la raccolta della legna possono contribuire al degrado forestale, o la "morte da mille tagli", mentre le miniere,l’ energia idroelettrica e altri progetti di infrastrutture portano nuove strade che aprono le foreste ai coloni e all'agricoltura.
Le attività agricole oggi occupano il 38% della superficie delle terre emerse (tra coltivazioni e zone di pascolo) e costituiscono l’uso più vasto del suolo realizzato dall’intervento umano. La sfida di alimentare una popolazione in costante crescita (dagli attuali più di 7.2 miliardi ai 9.6 previsti per il 2050) passa, come propone il WWF che attraverso un’ecoagricoltura che sia fortemente integrata nei processi circolari della natura e che elimini totalmente gli sprechi alimentari oggi esistenti e non certo, come qualcuno ancora ritiene, incrementando le aree agricole e pascolive e distruggendo di fatto le foreste ancora esistenti.
  
Il rapporto è stato rilasciato in occasione del vertice ‘Tropical Landscapes Summit: A Global Investment Opportunity’, un meeting internazionale di leader politici, imprenditori e della società civile in corso a Giacarta, Indonesia.
 
"Il vertice è l'occasione  per proporre investimenti verdi e istituire partenariati pubblico-privato di trasformazione", afferma il direttore generale del WWF Internazionale Marco Lambertini. "L'Indonesia ha una grande opportunità, la transizione verso una innovativa economia verde che metta in primo piano la prosperità umana e il benessere tanto quanto un ambiente sano. La scelta di mantenere foreste sane e naturali per molteplici scopi e per ottimizzare la produttività del territorio circostante sarà un esempio interessante di questo approccio. Abbiamo bisogno di una intelligente pianificazione territoriale, che riconosca il valore a lungo termine di paesaggi forestali sani ".

Qui potete trovare il rapporto (in inglese).

Qui potete trovare il riassunto del rapporto sul sito del WWF Internazionale (in inglese). 

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