Cenni storici

Nei secoli scorsi la situazione economica della valle era caratterizzata dalle difficoltà, che si rispecchiavano in una diffusa agricoltura di sussistenza: praticamente ogni famiglia di Arogno e Rovio possedeva almeno una capra. Naturalmente non mancavano le aziende agricole, che sfruttavano un territorio ben più vasto di quanto rimasto oggi a disposizione del settore primario. Oltre alle parcelle in valle, nei mesi estivi si lavorava su dei piccoli alpeggi alle pendici del Monte Generoso e del Sighignola. Gli alpeggi avevano in passato un ruolo molto importante per la fienagione: i pochi prati intorno ai villaggi, dove i piani dei terrazzi venivano coltivati, non erano infatti sufficienti per soddisfare il fabbisogno invernale del bestiame.
Molti prati ripidi del Generoso e del Sighignola sono associati al toponimo ”Pianca”. Questa denominazione deriva dal latino “planca” che significa “asse”, “tavola”, superficie liscia ed era riferita a terreni liberi da alberi, dove si falciava il fieno selvatico. I contadini salivano all’alba sui dirupi prativi per racimolare la poca erba che vi cresceva e, radunata in grandi mucchi, doveva essere trasportata in spalla, con grosse gerle, da uomini, donne e anche bambini. I prati erano così ripidi che, non potendo usare la falce fienaia, in parte si doveva falciare con la roncola, stando addirittura in ginocchio sul terreno. Solo verso la fine dell’ottocento, per il trasporto, arrivarono le prime funi metalliche, dapprima in forma di tondini in ferro e successivamente come fune intrecciata. Tuttavia, se da una parte il lavoro per il trasporto del fieno (e del legname) ne risultava alleggerito, non bisogna dimenticare che il lavoro per l’istallazione e la manutenzione di questi fili a sbalzo montati a mano gravava sugli uomini e i muli del paese.
A partire dalla seconda metà del XX secolo si assiste però ad una drastica diminuzione del settore primario. La relativa difficoltà di accesso e il forte terrazzamento della regione, impedendo la meccanizzazione dell’attività agricola, hanno causato l’abbandono del settore, con conseguente deterioramento della situazione dei prati e dei pascoli.  


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